Il progetto Scuole Attive di Comunità rappresenta un’importante iniziativa per rafforzare il legame tra scuola e territorio, promuovendo la partecipazione e l’inclusione sociale. Abbiamo intervistato Marianna Mellone, referente del progetto per ARCI, per approfondire l’impatto del progetto e le attività più significative.
Secondo te, in che modo il progetto Scuole Attive contribuisce a rafforzare il legame tra scuola e comunità, in linea con l’impegno di Arci per la partecipazione e l’inclusione sociale?
Scuole attive ha tra gli obiettivi quello di potenziare il coinvolgimento di genitori, educatori, docenti e i minori a rischio devianza. Sicuramente il progetto riesce ad essere, attraverso le sue azioni di formazione e organizzazione di attività di strada, un contenitore di idee, proposte ed entusiasmo.
Le attività concrete sul territorio sono fondamentali per dare forma a questo legame tra scuola e comunità. Vediamo più da vicino alcune di queste esperienze. Quali sono secondo te le attività più significative che si stanno portando avanti sul territorio?
Nei Comuni dell’Ambito, si stanno realizzando attività di educativa di strada che prevedono la realizzazione di giochi di strada e in alcune scuole partner sono attivi sportelli di ascolto. In entrambi i casi, i minori sono al centro delle attività, con gli obiettivi di mappare i tipi di bisogni e intervenire in sinergia con altri attori del territorio nella risoluzione di alcune criticità. Importante esperienza per ogni partecipante sono anche gli Edu Camp che consentono di poter stringere relazioni con i pari, potenziare le competenze in materie STEM e mettersi in gioco usando la creatività.
Ma qual è stato fino ad ora l’impatto più significativo del progetto? Puoi raccontarci quello che secondo te è stato un momento significativo (o un impatto concreto) che il progetto ha avuto fino ad ora?
Durante la realizzazione delle attività di strada, negli scorsi mesi, è stato molto interessante scoprire che gli educatori sono diventati un punto di riferimento per i minori che frequentano alcune zone dei comuni di residenza e nello stesso momento essere una presenza rassicurante per genitori ed istituzioni che non si misurano nel quotidiano con animatori di comunità in grado di aggregare i giovani, ascoltarli e allo stesso tempo coinvolgerli in attività sane e coinvolgenti come lo sport.
Per concludere, chiediamo a Marianna di descrivere il progetto in tre parole chiave per descrivere Scuole Attive di Comunità.
Innovativo, aggregazione, ascolto.
Grazie a Scuole Attive di Comunità, il legame tra scuola e territorio si rafforza, creando spazi sicuri e inclusivi per la crescita e lo sviluppo dei giovani.